Un viaggio nel tempo e nell'emozione...
Come una serie di immagini in stile antico cattura l'essenza dell'umana fragilità e la complessità della memoriaLa serie artistica "Sguardi Perduti: Ritratti Dimenticati" si distingue per la sua potente emotività e l'acuta sensibilità storica. Con un'affascinante estetica che imita le stampe al collodio del XIX secolo, l'artista ci trascina in un viaggio nel tempo, immergendoci in un contesto dimenticato ma profondamente umano. Le cornici tondeggianti che incapsulano i ritratti servono come finestre nel tempo, focalizzando l'osservatore sugli sguardi melanconici e penetranti delle bambine ritratte.
In questo mondo visivo, il dettaglio e la diligenza nell'emulare i segni del tempo—dalle rigature alle spiegazzature e ai strappi—aggiungono un ulteriore strato di autenticità e gravità. Questa deliberata "imperfezione" arricchisce le opere, trasmettendo una sensazione di fragilità e transitorietà che è acutamente emotiva. Non si tratta solo di un omaggio alla fotografia del XIX secolo; è una meditazione sulla natura effimera della vita, sulla giovinezza perduta e sul peso della memoria.
I volti delle bambine sono catturati con una sorta di tristezza serena, quasi come se portassero il peso delle loro vite invisibili e delle epoche che hanno attraversato. Questa interpretazione stimola lo spettatore a chiedersi: chi erano queste bambine? Quali sogni, speranze o disperazioni avrebbero potuto avere? E ancora più importante, cosa ci dicono le loro esistenze—così lontane eppure stranamente vicine—sulla nostra comprensione della vita e della mortalità?
La malinconia impregnata in ogni ritratto è un invito alla riflessione non solo sulla vita delle bambine dell'epoca ma anche sulle tensioni sociali, sulle aspirazioni e sui destini che potrebbero aver modellato le loro esistenze. Sebbene le immagini siano costruite con mezzi moderni e digitali, l'effetto ottenuto è straordinariamente analogico, quasi come se l'artista avesse resuscitato frammenti di un passato inafferrabile, invitandoci a esplorare i labirinti della nostra propria memoria collettiva e individuale.
In somma, "Sguardi Perduti: Ritratti Dimenticati" è più di una serie artistica; è un'esperienza empatica che invita alla contemplazione e al dialogo emotivo con il passato. Ogni ritratto è un viaggio introspettivo che ci esorta a confrontare le nostre nozioni di tempo, storia e umanità. Sotto la superficie di ciascun sguardo melanconico giace un universo di storie non dette, di aspirazioni mai realizzate e di vite che potrebbero essere state—un delicato promemoria della nostra fugace esistenza e della complessa tessitura di emozioni e circostanze che la definiscono.
Veritas Artifex
Sguardi Perduti
Nella camera oscura d'un tempo andato,
Dove il collodio impresso teneva vita,
Vi erano occhi di bimbe su carte stinte,
E ogni sguardo un mistero celava al fianco.
O, Sguardi Perduti, vite dimenticate,
Danzate nel tempo, fateci ricordare,
Che ogni volto inciso ha una storia da narrare,
E nel silenzio dei ritratti, l'eterno è situato.
Una era La Malinconica, di madre rimasta orfana,
Gli occhi pieni di domande, la bocca muta,
Nel tondo di carta, la sua giovinezza è intrappolata,
E ogni riga sul volto parla di un'aspirazione spezzata.
O, Sguardi Perduti, vite dimenticate,
Danzate nel tempo, fateci ricordare,
Che ogni volto inciso ha una storia da narrare,
E nel silenzio dei ritratti, l'eterno è situato.
Un'altra era La Bella, con sorriso appena trattenuto,
Una promessa di felicità, in un mondo di costrizioni,
Ma lo strappo sul margine cela un destino interrotto,
E la sua immagine sussurra note di non compiute canzoni.
O, Sguardi Perduti, vite dimenticate,
Danzate nel tempo, fateci ricordare,
Che ogni volto inciso ha una storia da narrare,
E nel silenzio dei ritratti, l'eterno è situato.
E così queste immagini, malinconiche e pure,
Ci parlano attraverso le barriere del tempo,
In ogni sguardo, in ogni ruga e ogni lesione,
Vive un frammento di noi, e il nostro stesso sentimento.
O, Sguardi Perduti, vite dimenticate,
Danzate nel tempo, fateci ricordare,
Che ogni volto inciso ha una storia da narrare,
E nel silenzio dei ritratti, l'eterno è situato.
© Marco Mattiuzzi