Con l’arte mi piace anche giocarci, quindi non scandalizzatevi se oggi parlo di mutande… o meglio di “Foglie di fico”, praticamente il primo indumento intimo dell’uomo (e della donna…)
E’ la Bibbia, nel libro della Genesi, che narra di Adamo ed Eva che, scacciati dal Paradiso terrestre, usarono una foglia di fico per coprirsi gli organi genitali. Nella storia dell’arte, le rappresentazioni bibliche hanno un posto preminente così come nella vita comune, particolarmente durante il medioevo e ben oltre.
L’uso di foglie di fico, drappi o pose che possano nascondere quello che viene ritenuto “immondo”, è risaputo ed evidente a tutti. A volte queste braghette improvvisate o sapientemente disegnate (il termine Braghettone affibbiato al pittore Daniele da Volterra è diventato d’uso comune) sono eseguite dagli stessi autori, consapevoli che oltre un certo limite non potevano spingersi.
La domanda è se ci siamo liberati da tutte queste pruderie oppure continuiamo imperterriti a mantenerle? Il ripristino dell’originale di Masaccio (Cappella Brancacci nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze) in modo che Adamo ed Eva siano – finalmente – senza “mutande” potrebbe far ben sperare… ma alla vista dell’inscatolamento delle statue presenti nei musei Capitolini di Roma in occasione della visita di Rouhani ci fa ripiombare indietro nei secoli!
E non si salvano neppure gli attuali video game: il gioco “Assassin’s Creed” ha provveduto a censurare le varie opere d’arte presenti nelle riproduzioni delle città d’arte dove è ambientato!
Marco Mattiuzzi – 07/02/2019