Il 14 febbraio è universalmente noto come San Valentino, la festa degli innamorati. Tuttavia, pochi ricordano che questa data è dedicata anche a San Valentino, il santo protettore degli epilettici, spesso raffigurato nelle pitture con un bambino o un uomo in crisi epilettica.
Una delle opere che ha eclissato la figura del santo nell'immaginario collettivo è "Il bacio" del celebre pittore Francesco Hayez (1791-1882). Nell'ambito di questa discussione, inserisco il suo autoritratto, realizzato nel 1862 quando l'artista aveva 71 anni, conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
"Il bacio", il cui titolo completo è "Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV", commissionato dal conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto, è un capolavoro inserito nella corrente della pittura risorgimentale. Questo periodo artistico era caratterizzato da un forte senso di nazionalismo, con artisti e intellettuali dell'epoca profondamente immersi negli ideali di unità e indipendenza italiana.
L'opera, considerata un manifesto dell'arte romantica, è ambientata in un medioevo idealizzato, un'epoca comunale che rispecchia gli ideali di libertà che gli italiani desideravano intensamente.
Il quadro raffigura una scena che ricorda la figura di Robin Hood, il paladino degli oppressi. In questo contesto, Robin Hood bacia appassionatamente la sua Marian, una rappresentazione simbolica di oppressione e riscatto nazionale.
Dopo la sua prima esposizione nel 1859 alla Pinacoteca di Brera, dove ottenne immediato successo, "Il bacio" è entrato nella collezione del conte Alfonso Maria Visconti. Il dipinto è ora permanentemente esposto alla Pinacoteca Brera di Milano. L'ambiente rivoluzionario dell'epoca e il sottotesto politico anti-austriaco hanno contribuito al successo dell'opera.
Francesco Hayez ha realizzato quattro versioni di questo soggetto, ognuna con leggere varianti. A testimonianza del successo di "Il bacio", includo in questa scheda due dipinti che fanno riferimento all'opera di Hayez: "Una triste novella" (1862) di Giuseppe Reina, appartenente a una collezione privata, e "Triste presentimento" (1862), esposto alla Pinacoteca Brera, opera di Gerolamo Induno. In entrambi i casi, i rispettivi autori hanno inserito l'immagine del "Bacio": nel primo è raffigurato su un foglio tenuto in mano da una donna, nel secondo è incorniciato sul muro.
Per concludere, un dettaglio intrigante del quadro di Hayez è l'ombra che appare sul lato sinistro, oltre la porta. Potrebbe essere un riferimento all'arrivo di una figura maschile nella vita della ragazza raffigurata, o un simbolo del periodo storico dominato dai carbonari e dalle spie austroungariche. Un enigma che continua a stimolare la curiosità degli amanti dell'arte.