Una pittura di genere che andò ad affermarsi nell'800 è quella che ritraeva scene di vita comune, a volte un po' stucchevoli se giudicate con gli occhi di oggi, ritratti idealizzati di una società ben codificata in ruoli che all'epoca parevano immutabili.
Difficile comprendere in pieno i sentimenti che potevano indurre ad acquistare questi dipinti, non certo destinati a magnificare la Chiesa o l'aristocrazia, che per'altro oramai era in decadenza: i compratori erano i borghesi, dai professionisti ai mercanti e alla nuova categoria degli industriali.
Oggi questi dipinti li potremmo analizzare sotto l'aspetto sociale, vediamo le famiglie di contadini ritratte felici ma pensiamo che tutte quelle persone, compresi i bambini di otto o nove anni, andavano a lavorare duramente nei campi, e così vi leggiamo la disparità delle classi sociali e di conseguenza traiamo conclusioni che sono frutto della forma mentis contemporanea.
E' corretto interpretarli con gli occhi di oggi? difficile dare una risposta esaudiente, anche perché pure questa sarebbe condizionata dal momento storico in cui viviamo..
Quindi in questa mini scheda, dove presenterò delle opere di Pietro Saltini (1839-1908) mi limiterò ad introdurre solo il periodo storico/sociale dell'autore, cercando di ricavare le motivazioni che potrebbero essere state fonte di ispirazione per questa produzione di genere.
Un aspetto di Pietro Saltini che mi ha colpito, e che credo abbia influito, almeno in parte, sulla scelta dei soggetti e situazioni che ritrasse, sono i suoi studi di Umanità e Filosofia che seguì presso gli Scolopi, chierici regolari poveri della Madre di Dio delle scuole pie (in latino Ordo Clericorum Regularium Pauperum Matris Dei Scholarum Piarum).
Gli scolopi, le cui origini dell'ordine risalgono alle scuole popolari gratuite - dette Scuole Pie - fondate da san Giuseppe Calasanzio a Roma nel 1597, si dedicarono principalmente all'istruzione e all'educazione cristiana di giovani e fanciulli.
Questa sua formazione potrebbe spiegare i temi che troviamo nei suoi dipinti: la famiglia, sovente patriarcale com'era in quel tempo, ha un ruolo basilare nella sua visione ed è sempre rappresentata in allegria, una felicità che proviene da piccole cose: uno spettacolo di burattini, due ciliegie in mano come sonagli, un grappolo d'uva o una brocca colma di vino.
Semplicità certamente, ma anche molta dignità, infatti la povertà non era mai illustrata con disprezzo o con intenti di facile compatimento, in quanto faceva parte della società dell'epoca e ne erano tutti consapevoli perché tutti in un modo o nell'altro erano a contatto con essa.
L'800 era anche il periodo che fervevano i moti per unificare l'Italia, e molti artisti - dai pittori ai letterati e ai musicisti - avvertivano questo impegno, quindi il mostrare il popolo in lavori domestici, abbigliato nei propri costumi locali ma intenti ad eseguire le stesse faccende, poteva essere un modo per mostrare che in fondo si era tutti simili e quindi a buon titolo appartenenti ad una unica nazione.
Anche la produzione di Pietro Saltini dedicata all'illustrazione di episodi ambientati in un idealizzato medio evo, più precisamente nel periodo comunale caratterizzato dalla nascita di comunità svincolate sia dalla Chiesa sia dall'Impero, rimarca la volontà di affrancazione dagli stranieri e il desiderio di affermazione del popolo italiano all'unificazione, temi tipici del Risorgimento italiano.
Il suo tocco delicato, unito ad una poetica e sensibilità che ammantava le sue opere, trovò notevole riscontro nel pubblico - tant'è vero che molte sue opere sono ancora in collezioni private - da creare persino un mercato parallelo ancora oggi florido delle riproduzioni fotografiche.
Da notare, che a differenza di molti artisti contemporanei che "lavorano" solo quando hanno assicurata la collocazione della propria opera in un qualche museo, per tutta la sua carriera non smise mai la sua attività "minore" di freschista e ornatista, realizzando trompe l'oeil, allegorie classiche e fantasie naturalistiche, oltre che a progettare altari e paramenti sacri, lavori purtroppo per lo più dispersi o scomparsi.